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La guida definitiva per guidare ginocchio a terra

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Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Visto che il forum è stato abbandonato dai veri smamettoni della nostra community e quindi non ci sono più rischi di censura alle bischerate che posso dire, mi lancio nella scrittura di una piccola guida, o meglio, di una serie di suggerimenti per arrivare al fatidico grattugiamento della saponetta sull'asfalto. Sull'argomento sono state scritte pagine e pagine di articoli, sono stati scritti saggi, enciclopedie, materiale didattico vario, sono stati girati spot, video, telefilm, telenovelas e addirittura colossal, pertanto credo di potermi lanciare anche io in una narrazione (spero proficua) dall'alto della mia realtà di motociclista normale o diversamente smanettone.

Ripeto: non sono un pilota, un istruttore di guida, un giornalista accreditato ne il fratello segreto di Valentino Rossi (o di Marquez a seconda del proprio punto di vista sulla fatidica ginocchiata), pertanto i miei suggerimenti vanno presi proprio come tali e non certo come un estratto di incontrovertibile scienza infusa sulla tecnica einsteiniana applicata al motociclismo. Chiaro?!? Spero di si.

Valentino Rossi in piega

Se avrete la pazienza di leggere questo scritto fino in fondo, vi assicuro che arriverete a piegare la moto come il fermone fotografato sopra. Forse anche qualcosa di più... ma solo nei vostri sogni, naturalmente. Nella realtà della vostra guida sportiveggiante, per grattare la famigerata saponetta sull'asfalto non sarà necessario possedere una MotoGP con gomme appiccicosissime, ammortizzatori in oro zecchino e velocità di percorrenza supersoniche. Basterà entrare in perfetto feeling con la propria moto, le gomme possedute ed un po' di posizioni corporali all'inizio non proprio naturali.

Proprio partendo dalla moto, per potersi confrontare con angoli di piega più accentuati ed i percorsi stradali tortuosi che dovremo necessariamente affrontare per il nostro scopo, il proprio mezzo dovrà necessariamente essere okay in tutti i sensi. Pertanto è bene controllare lo stato di salute generale della propria moto, con un occhio di riguardo ai freni, agli ammortizzatori e naturalmente at last but not least le gomme. Mai andare in pista o per strada a cercare la piega con gomme finite o dure come il marmo perché in quel caso, oltre alla saponetta, potremmo grattare sull'asfalto anche il nostro deretano, facendo la figura del fermone qui sotto (se va di lusso...).

Valentino Rossi con il deretano sull'asfalto

Ma sono assolutamente sicuro che chi sta leggendo queste parole è un motociclista che ha la testa sul collo e soprattutto ce l'ha dentro ad un casco ben allacciato e che tiene le luci accese anche di giorno, quindi non mi dilungherò oltre sulla necessità di avere tutto apposto, incluso l'aver indossato le classiche protezioni per il proprio corpo.

Mettere il ginocchio a terra con la moto serve veramente? Il ginocchio a terra stabilizza la moto in curva? Il ginocchio a terra offre un ulteriore punto d'appoggio al sistema pilota/mezzo? La guida ginocchio a terra fa solo molto figo? Oppure è un invenzione complottista delle multinazionali di abbigliamento per bikers al fine di lucrare sui poveri motociclisti a seguito di acquisti compulsivi di saponette da usurare?

Anche su questo argomento sono stati scritti fiumi di parole ed ognuno ha la sua teoria, in base alle proprie esperienze ed alle proprie sensazioni. Quando riuscirete a strusciare la saponetta sull'asfalto anche voi ve ne farete una, naturalmente. La cosa certa è che la ricerca della guida ginocchio a terra è una brutta malattia che prima o poi colpisce tutti i motociclisti, addirittura peggiore delle malattie esantematiche perché da questa non si guarisce mai veramente. Come scoprirlo?
Se ad ogni rientro dalle uscite valutate quanto vi manca a chiudere il pneumatico, entrate in curva ed invece di guardare avanti valutate la distanza tra ginocchio e asfalto, percorrete traiettorie strane per cercare di piegare il più possibile o state semplicemente leggendo questi consigli dopo un accurata ricerca su internet, posso solo confermarvi che anche voi avete beccato questo maledetto virus...

Dovizioso in percorrenza

Prima di proseguire nella scrittura è bene precisare che strusciare il ginocchio non è un requisito fondamentale per andare veloce in moto (vedi immagine sopra) e che la velocità è condizione necessaria, ma non sufficiente, al ginocchio a terra. O meglio, si può andare forte senza grattare la saponetta e si può andare (relativamente) piano grattandola. Per chiarire rimando alla visione di tutti quei filmati facilmente reperibili sul web che mostrano motociclisti ginocchio a terra dentro ad un parcheggio o in una rotonda. Vista la velocità? Visto il raggio di sterzata? Capirete che il risultato finale è una combinazione di vari fattori: velocità, inclinazione e postura.

In questo scritto voglio ribadire che cercherò di dare consigli per arrivare a mettere il ginocchio a terra e togliersi questa soddisfazione che rende fieri tanti motociclisti, non per guidare più veloce. Mi raccomando che sia chiaro.

LA VELOCITA'

Come ho anticipato, per riuscire a grattare la saponetta è sicuramente necessario procedere con una certa velocità di marcia, visto che comunque la fisica pretende che si seguano determinate regole. Quindi non provate ad inclinare la moto da fermi perché otterreste semplicemente un bel bozzo sulla fiancata, emulando la mela che cadde sulla testolina di Newton. Ma non è indispensabile neanche viaggiare a velocità siderali. Piuttosto è necessario mantenere quella velocità che garantisce un equilibrio dinamico del sistema uomo/moto, cioè una moto abbastanza inclinata da permetterci di mettere il ginocchio a terra. Pertanto non esiste un kilometraggio orario standard per poter piegare da saponettate, ma la velocità "soggettiva" tale per cui...
E questa la si riesce a trovare con l'esperienza ed un po' di pazienza.

Il consiglio per andare alla ricerca di questo fatidico valore è quello di scegliersi un bel percorso pieno di curve, possibilmente non troppo veloci, ben conosciuto e con l'asfalto in ottime condizioni (una pista sarebbe il massimo). E poi guidare in scioltezza, dimenticando di fare staccate col coltello fra i denti, brusche accelerazioni e numeri funambolici vari. In questa fase cercheremo di guidare per entrare in curva progressivamente più veloce ed il miglior modo di farlo è quello di guidare "senza l'uso dei freni" (se servono però usateli, non fate i bischeri!!!), cioè affrontare le curve senza la preventiva classica pinzata, perlomeno quella decisa. In questo modo ci concentreremo molto di più sulla percorrenza e capiremo come spostare (sempre progressivamente) il nostro limite. Follia? Leggete sotto e capirete.

L'esercizio per migliorarsi nella guida è semplice: alla prima curva si controlla la velocità di percorrenza che ci viene naturale mantenere, poniamo sia 40 Km/h; si esce dalla curva e si mantiene una velocità leggermente più bassa (proseguendo quindi sul rettifilo a 35 km/h) per andare ad affrontare la successiva; ammettendo di trovarsi davanti una curva di raggio simile, non avremo da calcolare la frenata (visto che stiamo procedendo più piano rispetto alla nostra velocità di percorrenza normale) e ci accorgeremo "a sensazione" che potremmo percorrere la nuova curva a qualche km/h in più; così si accelera tornando ai nostri 40 km/h per arrivare alla successiva ed affrontarla senza l'uso dei freni.
Se l'istinto vi dice ancora di pinzare, vuol dire che dovete ripetere l'esercizio nuovamente, rallentando ed affrontando la curva successiva nuovamente ai 35 km/h.
Se invece i 40 km/h non vi hanno costretto a frenare vuol dire che avete migliorato il vostro ingresso in curva. Mantenete questa velocità per le prossime curve e per tutto il tempo necessario a sentirvi tranquilli e sciolti. Quando vi verrà naturale affrontare le curve ai 40 km/h senza pinzare, potete tentare di aumentare il ritmo di qualche km/h, magari ai 45.
Solito discorso: se riuscite a tenere i 45 avete migliorato ancora un po' il vostro ingresso, se no tornate ai vostri 40, rifate qualche curva e provate ad aumentare nuovamente la vostra velocità.
E procedete così, step by step, aumentando la vostra andatura di pochi chilometri orari in più ogni volta. Chiaro? Spero di si.
Più il percorso avrà curve di raggio simile e più sarà facile trovare il bandolo della matassa. In caso contrario, conviene affrontare più volte il medesimo percorso, avanti e indietro, cercando di capire la velocità giusta per ogni curva, guidando sempre per limitare l'uso del freno e quindi per aumentare progressivamente la velocità di percorrenza. Perché bisogna provare.... provare, provare provareprovareprovareare un po' di volte. Non pensiate che una sola giornata serva allo scopo. Procedete con calma e sicurezza, senza strafare.
Vi accorgerete ben presto che non avendo più le mutande appesantite dall'incontinenza causata dalla paura di staccare lunghissimo finendo nel fosso, affrontare le curve sarà un vero godimento e la velocità aumenterà quasi senza accorgersene. E di conseguenza l'inclinazione.

Lorenzo si esibisce in una perfetta curva

L'INCLINAZIONE

A parità di curva e di traiettoria di percorrenza, l'aumento di velocità comporterà un aumento di inclinazione, un ingrediente fondamentale o, se preferite, un farmaco indispensabile per guarire da questa malattia. Logicamente andremo incontro ad un po' di resistenza da parte di noi stessi perché il senso dell'equilibrio ci potrebbe consigliare di scendere di sella e dedicarsi alle bocce o al burraco, ma se avrete pazienza di procedere con progressività, riuscirete ad aumentare il vostro angolo di piega senza grandi patemi d'animo...

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Lo scrivente declina ogni responsabilità per eventuali danni o conseguenze derivanti da un utilizzo improprio dei suggerimenti sopra riportati.

 

Auguri di Buone Feste!

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Auguri

Lo staff di TerreMotor augura a tutti un felice Natale ed uno splendido 2018!

Buone Feste

 

Marquez Campione del Mondo MotoGP

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Marquez

Complimenti al sei volte Campione del Mondo Marc Marquez, dominatore assoluto della MotoGP negli ultimi anni. Dopo un inizio campionato non proprio brillante, la sua rimonta è stata continua ed inarrestabile, tanto che dopo le prime otto gare è diventato chiaro a tutti che il favorito era per un altro anno ancora lui. Solo un meraviglioso Andrea Dovizioso è riuscito ad impensierire il campione spagnolo, costretto ad esultare solo all'ultima gara di stagione.

Un vero e cristallino talento del motociclismo, capace di gestire l'anteriore della sua moto come nessuno è mai riuscito a fare. MM93 ed Honda si sono rivelati in questi anni un duetto perfetto, una simbiosi uomo macchina difficile da trovare nella storia delle due ruote. Gli angoli di piega contrari alle leggi della fisica, i recuperi fantascientifici nelle scivolate, le staccate oltre ogni limite dei freni sono il bagaglio tecnico di questo pilota straordinario.

Ancora complimenti a Marc per questa incredibile cavalcata di affermazioni nel mondo delle moto.

 

Morbidelli Campione del Mondo!

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Franco Morbidelli

Complimenti al Campione del Mondo della Moto 2, Franco Morbidelli! Erano veramente tanti anni che un italiano non si aggiudicava l'iride in un campionato mondiale. Il "Morbido", dopo un anno da protagonista con ben otto vittorie all'attivo, si è aggiudicato con grande merito il mondiale e con una gara di anticipo. Tantissimi complimenti a lui ed al suo team, capaci di regolare un lotto di potenziali concorrenti forti ed agguerriti.

Speriamo che il motociclismo italiano riparta da qui, proponendo nel futuro campioni di altissimo livello come tradizione italiana meriterebbe.

Dagliene Franky!!!

 

Jonathan Rea Campione del Mondo 2017

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foto da http://www.jonathan-rea.com

Con Gara 1 corsa e vinta sabato scorso, Jonathan Rea ha conquistato il titolo mondiale SBK 2017. Un dominio incontrastato iniziato dal 2015, l'anno in cui ha inserito in bacheca il primo dei suoi tre titoli consecutivi. Gli anni corsi con la vetusta Honda CBR sembrano lontani anni luce. Che avesse il manico si era visto immediatamente, nonostante fosse abbonato alle scivolate, ma che trovasse una perfetta simbiosi con la verde Kawasaki e riuscisse a dominare in modo così netto un campionato (fino al suo avvento) sempre molto combattuto come quello della Superbike, nessuno lo credeva possibile.

Il famoso Giònni Riiia (dalle telecronache La7) si è trasformato nel più concreto e freddo Jonathan Rea, pilota capace di vincere una gara dietro l'altra, limitando al minimo i danni nelle (rare) occasioni in cui gli altri contendenti sono riusciti a trovare le giuste combinazioni di fattori per stargli davanti. Complimenti anche alla Kawasaki, capace di concentrare i propri sforzi nel mondiale delle derivate di serie tanto da aver messo in pista una superbike capace di surclassare la concorrenza delle moto europee e delle altre giapponesi.

Complimenti ancora al duo vincente.

 


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