trovato sul web... se è vero è un po' vecchio, visto che si dice che ha vinto "solo" sei volte il titolo...
Un foglio di carta che vale oro, è quello su cui "il dottore" ha riportato gli appunti curva per curva del circuito più affascinante che ci sia. I segreti del Mugello raccontati da chi ci ha vinto sei volte.
Giovanni Zamagni
Valentino Rossi sale in cattedra e ci consegna un foglio autografato su cui ha schizzato alcuni appunti sulla pista più bella del motomondiale, la scrittura è proprio la sua. Iniziamo così un fine settimana rovente, in cui la pista più bella del mondo (non lo diciamo noi, lo dicono i piloti) sarà teatro di sfide roventi tra i protagonisti della moto GP e non solo loro. E allora partiamo per il giro ideale in sella ad una moto GP.
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PRONTI, VIA!
In fondo al rettilineo dei box si tocca la velocità più alta di tutto il motomondiale, Valentino segna un oltre 325, lo prendiamo ovviamente per buono anche se si vede che lui non ha mai guidato una Ducati Desmosedici (l?anno scorso Capirossi ha passato i 340 km/h).
Dopo la San Donato ecco un paio di varianti la Luco Poggio secco e la Materassi, per Rossi sono molto spettacolari ed, in effetti, è così, sono curve molto belle non solo da affrontare in moto ma anche per vedere le gare, non è un caso che da queste parti si affolli la maggior parte del pubblico.
La Casanova-Savelli è la curva più tecnica del circuito, Rossi conferma e sottolinea come sia molto importante l?uscita per affrontare poi al meglio le due "arrabbiate". Simpatico che con la Moto Gp queste due curve con la seconda completamente cieca si facciano tutte a 200 km/h (avete mai buttato un occhio a quanto le fate con la vostra moto?). Valentino sottolinea che è in questa sequenza dove emerge chi ha gli attributi veri.
In effetti, queste curve sono tremendamente affascinanti, la traiettoria è unica e l?impostazione delle seconda avviene "sulla fiducia" perché non si vede il punto di uscita. In questo punto e a quelle velocità occorre avere la precisione di un chirurgo svizzero, anche perché quando capisci che stai andando largo è troppo tardi, sei fuori.
A seguire si incontra la Scarperia Palagio, una staccata difficile dice Valentino perché ha poca visibilità. Mi permetto di essere d?accordo con il dottore (chi non lo sarebbe?) anche perché proprio in questa curva mi sono "sdraiato" con una RSV 1000 R.
La curva del Correntaio non presenta difficoltà particolari se non perché è in discesa e si sta piegati tanto e per molto tempo scaldando parecchio le gomme. Se si esce bene da questa curva ci si fionda alla Biondetti che vista da fuori pare una esse facilissima ma affrontata ad oltre 200 all?ora diventa tremendamente impegnativa perché anche una moto leggera come una Moto GP cambiare direzione a questa velocità è molto faticoso.
La curva Bucine chiude il nostro giro sulla M1 di Rossi, anche questa una curva non banale, è parecchio in discesa e soprattutto è fondamentale uscire forte per spuntare la massima velocità sul lungo rettilineo di arrivo. Spesso nelle volate questa curva è stata determinante per la vittoria.
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