Continuo con la ricerca di commenti e pareri su un altro tipo di gomme. A voi i commenti e le prove su strada.


4 ANNI DOPO Dunlop in questo segmento ha lanciato nel 2005 il Qualifier, un prodotto molto importante perché era il primo che segnava un cambiamento nell’approccio progettuale e costruttivo dei pneumatici stradali della Casa inglese. Il primo poi ad avere un nome proprio e a non essere caratterizzato da una fredda e anonima sigla. Al momento del suo arrivo sul mercato il Qualifier era ai vertici del segmento, ma come sempre succede nell’infinita lotta (ma quanto si può migliorare ancora?) tra i costruttori di pneumatici, ogni prodotto che arriva successivamente sul mercato (anche della concorrenza) supera il precedente. Del resto, le Case che producono pneumatici sviluppano i propri prodotti proprio partendo dalla base di quanto c’è sul mercato, con l’intenzione di superarlo. Ecco perché a 4 anni dalla nascita il Qualifier meritava una rinfrescata. Le richieste del mercato e le moto si evolvono velocemente e occorre stare al passo con i tempi.
Sebbene ne abbia mantenuto il nome, il Qualifier II non va considerato una semplice evoluzione del prodotto precedente, perché è stato l’approccio costruttivo ad essere completamente differente. Per realizzare il loro nuovo prodotto sportivo stradale in Dunlop hanno utilizzato la stessa metodologia che ha portato alla realizzazione del RoadSmart, una gomma, che dati alla mano, è stata spesso giudicata la migliore del suo segmento.
In pratica, si è voluto realizzare il "pacchetto" più completo. Piuttosto che cercare di spingere al massimo su uno dei componenti (chessò, il grip assoluto o la tenuta sul bagnato) i tecnici Dunlop sono andati alla ricerca di un prodotto che fosse a livello del migliore competitor in ognuna delle caratteristiche in cui questi ultimi eccellono, senza avere reali punti deboli.
Lo sviluppo ha portato appunto al Qualifier II, nuovo per costruzione ma soprattutto per le mescole e per il disegno che lo caratterizzano. Uno dei must dei progettisti era il miglioramento della tenuta e del feeling sul bagnato, risultato ottenuto utilizzando nuove mescole e un disegno differente (sia all’anteriore sia al posteriore) con incavi più profondi e larghi nella zona centrale per drenare meglio l’acqua.

AREA A TERRA +8% Il secondo era una maggiore omogeneità nella guida, ottenuta con profili maggiormente "accordati" tra anteriore e posteriore (migliora dell’8 % la superficie a terra alle basse inclinazioni). Il terzo, non perdere grip (anzi se possibile guadagnarlo) e allungare lievemente la vita del pneumatico, risultato ottenuto con l’arrivo della doppia mescola (con due tipi di silice differenti per ottimizzarne il riscaldamento) per il posteriore: dura in centro e morbida ai lati. Insomma, un gran lavoro che ha portato alla realizzazione di un pneumatico che a dispetto del nome è davvero una generazione avanti rispetto a chi lo ha preceduto. Ma come va questo "pacchetto" Qualifier II? È davvero un pneumatico privo di punti deboli? Lo abbiamo provato di persona a Mireval, con un test molto particolare: due giorni di test in pista, su strada e sulla pista allagata di Mireval (Centro prove Dunlop).
BAGNATO Se sul bagnato i primi Qualifier non eccellevano, adesso (provato sul campo) sono tra i primi della classe. Il grip sulla pista allagata di Mireval (trovare qualcosa di più viscido e infido è molto difficile) è di livello eccellente e quello che piace delle Qualifier II è la capacità di comunicare moltissimo con il pilota, sia all’anteriore (davvero ottimo) sia al posteriore, che ha delle perdite di aderenza morbide e controllate. Tra i competitor c’è chi può far leggermente meglio in termini di grip assoluto, ma senza dare la stessa fiducia e la stessa sensibilità, con perdite di aderenza più secche e meno controllabili.


IN PISTA
La prova in pista non è che una conferma della bontà del "pacchetto" Qualifier II, anche in questo caso (stessa moto, stesse pressioni, stessi assetti) di uno dei due competitor mi è piaciuto moltissimo il posteriore, dell’altro invece mi ha impressionato l’anteriore. Alla fine però la Qualifier II ne esce vincente per l’equilibrio globale e l’armonia dei profili, equivalendosi nel tempo sul giro (rilevato con il GPS) al migliore dei due competitor provati, ma con, in più, il pregio di offrire un feeling maggiore sia in ingresso sia in uscita di curva. Il pneumatico anteriore enfatizza la maneggevolezza assoluta del mezzo, lo rende molto rapido anche nei cambi di direzione senza però mai sconfinare nel nervosismo, la Qualifier, inoltre, era l’unica delle tre con cui mi fidavo ad entrare forte con i freni ancora in mano.
RIGIDO QUANTO BASTA
Si percepisce che la carcassa è piuttosto rigida e dà un bel sostegno in staccata, e questo trasmette tanta fiducia, però la rigidezza non va a scapito del feeling come sulla "vecchia" Qualifier che era fin troppo dura e rimandava tutte le microasperità del terreno.
GRAN TRAZIONE
Per quanto riguarda il posteriore il giudizio resta ottimo anche sull’asciutto: impossibile metterlo in difficoltà su una naked come la Street Triple, dove ti trovi a dare gas in modo scriteriato (ma non erano gomme stradali?), mentre con le 1000 la perdita (inevitabile) di aderenza al posteriore arriva in modo morbidissimo e assolutamente controllabile.
SU STRADA
Su strada sono ancora il feeling e la maneggevolezza ad essere l’arma vincente della Qualifier II. La Z 1000 che ha sempre avuto una tendenza ad "appoggiarsi" un po’ sul posteriore, con queste gomme guadagna fluidità e rapidità di azione anche nei cambi di direzione; la fiducia sull’avantreno è massima e l’effetto autostabilizzante dell’anteriore è eccellente, così come lo smorzamento delle asperità, nettamente migliore del precedente che certo non era campione in questo (lo scrivemmo anche ai tempi della presentazione).

Ecco le misure in cui sarà disponibile la nuova Qualifier.
ANTERIORE
130/70ZR16
120/60ZR17
120/70ZR17
POSTERIORE
160/60ZR17
170/60ZR17
180/55ZR17
190/50ZR17
190/55ZR17
200/50ZR17
Prezzo (a secondo delle misure) per treno di gomme,tra i 250 e i 280 Euro.
P.S. dunlop è sempre stata una gomma poco costosa.

