Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Perché la tecnica è fondamentale

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Dr.Manetta
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Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda Dr.Manetta » giovedì 5 novembre 2015, 16:50

La guida definitiva per guidare ginocchio a terra

Visto che il forum è stato abbandonato dai veri smamettoni della nostra community e quindi non ci sono più rischi di censura alle bischerate che posso dire, mi lancio nella scrittura di una piccola guida, o meglio, di una serie di suggerimenti per arrivare al fatidico grattugiamento della saponetta sull'asfalto. Sull'argomento sono state scritte pagine e pagine di articoli, saggi, enciclopedie, materiale didattico, sono stati girati video, telefilm, telenovelas e addirittura colossal, pertanto credo di potermi lanciare in una narrazione (spero proficua) dall'alto della mia realtà di motociclista normale o diversamente smanettone.

Ripeto: non sono un pilota, un istruttore di guida, un giornalista accreditato ne il fratello segreto di Valentino Rossi (o di Marquez a seconda del proprio punto di vista sulla fatidica ginocchiata). Pertanto i miei suggerimenti vanno presi proprio come tali e non certo come un estratto di incontrovertibile scienza infusa sulla tecnica einsteiniana applicata al motociclismo. Chiaro?!? Spero di si.

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Se avrete la pazienza di leggere questo scritto fino in fondo, vi assicuro che arriverete a piegare la moto come il fermone fotografato sopra. Forse anche qualcosa di più... ma solo nei vostri sogni, naturalmente. Nella realtà della vostra guida sportiveggiante, per grattare la famigerata saponetta sull'asfalto non sarà necessario possedere una MotoGP con gomme appiccicosissime, ammortizzatori in oro zecchino e velocità di percorrenza supersoniche. Basterà entrare in perfetto feeling con la propria moto, le gomme possedute ed un po' di posizioni corporali all'inizio non proprio naturali.

Proprio partendo dalla moto, per potersi confrontare con angoli di piega più accentuati ed i percorsi stradali tortuosi che dovremo necessariamente affrontare per il nostro scopo, il proprio mezzo deve essere okay in tutti i sensi. Pertanto è bene controllare lo stato di salute generale della propria moto, con un occhio di riguardo ai freni, agli ammortizzatori e naturalmente at last but not least le gomme. Mai andare in pista o per strada a cercare la piega con gomme finite o dure come il marmo perché in quel caso, oltre alla saponetta, potremmo grattare sull'asfalto anche il nostro deretano, facendo la figura del fermone qui sotto (se va di lusso...).

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Ma sono assolutamente sicuro che chi sta leggendo queste parole è un motociclista con la testa sul collo e soprattutto dentro ad un casco ben allacciato e che tiene le luci accese anche di giorno, quindi non mi dilungherò oltre sulla necessità di avere tutto apposto, incluso l'aver indossato le classiche protezioni per il proprio corpo.

Mettere il ginocchio a terra con la moto serve veramente? Il ginocchio a terra stabilizza la moto in curva? Il ginocchio a terra offre un ulteriore punto d'appoggio al sistema pilota/mezzo? La guida ginocchio a terra fa solo molto figo? Oppure è un invenzione complottista delle multinazionali di abbigliamento per bikers al fine di lucrare sui poveri motociclisti a seguito di acquisti compulsivi di saponette da usurare?

Anche su questo argomento sono stati scritti fiumi di parole ed ognuno ha la sua teoria, in base alle proprie esperienze ed alle proprie sensazioni. Quando riuscirete a strusciare la saponetta sull'asfalto anche voi ve ne farete una, naturalmente. La cosa certa è che la ricerca della guida ginocchio a terra è una brutta malattia che prima o poi colpisce tutti i motociclisti, addirittura peggiore delle malattie esantematiche perché da questa non si guarisce mai veramente. Come scoprirlo?
Se ad ogni rientro dalle uscite valutate quanto vi manca a chiudere il pneumatico, entrate in curva ed invece di guardare avanti valutate la distanza tra ginocchio e asfalto, percorrete traiettorie strane per cercare di piegare il più possibile o state semplicemente leggendo questi consigli dopo un accurata ricerca su internet, posso solo confermarvi che anche voi avete beccato questo maledetto virus...

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Prima di proseguire nella scrittura è bene precisare che strusciare il ginocchio non è un requisito fondamentale per andare veloce in moto (vedi immagine sopra) e che la velocità è condizione necessaria, ma non sufficiente, al ginocchio a terra. O meglio, si può andare forte senza grattare la saponetta e si può andare (relativamente) piano grattandola. Per chiarire rimando alla visione di questo filmatino estratto a caso sul web (ma ce ne sono migliaia simili). Vista la velocità? Visto il raggio di sterzata?
Capirete che il risultato finale è una combinazione di vari fattori: velocità, inclinazione e postura.

LA VELOCITA'

Come ho anticipato, per riuscire a grattare la saponetta è sicuramente necessario procedere con una certa velocità di marcia, visto che comunque la fisica pretende che si seguano determinate regole. Quindi non provate ad inclinare la moto da fermi perché otterreste semplicemente un bel bozzo sulla fiancata, emulando la mela che cadde sulla testolina di Newton. Ma non è indispensabile neanche viaggiare a velocità siderali. Piuttosto è necessario mantenere quella velocità che garantisce un equilibrio dinamico del sistema uomo/moto, cioè una moto abbastanza inclinata da permetterci di mettere il ginocchio a terra. Pertanto non esiste un kilometraggio orario standard per poter piegare da saponettate, ma la velocità "soggettiva" tale per cui...
E questa la si riesce a trovare con l'esperienza ed un po' di pazienza.

Il consiglio per andare alla ricerca di questo fatidico valore è quello di scegliersi un bel percorso pieno di curve, possibilmente non troppo veloci, ben conosciuto e con l'asfalto in ottime condizioni (una pista sarebbe il massimo). E poi guidare in scioltezza, dimenticando di fare staccate col coltello fra i denti, brusche accelerazioni e numeri funambolici vari. In questa fase cercheremo di guidare per entrare in curva progressivamente più veloce ed il miglior modo di farlo è quello di guidare "senza l'uso dei freni" (se servono però usateli, non fate i bischeri!!!), cioè affrontare le curve senza la preventiva classica pinzata, perlomeno quella decisa. In questo modo ci concentreremo molto di più sulla percorrenza e capiremo come spostare (sempre progressivamente) il nostro limite. Follia? Leggete sotto e capirete.

L'esercizio per migliorarsi nella guida è semplice: alla prima curva si controlla la velocità di percorrenza che ci viene naturale mantenere, poniamo sia 40 Km/h; si esce dalla curva e si mantiene una velocità leggermente più bassa (proseguendo quindi sul rettifilo a 35 km/h) per andare ad affrontare la successiva; ammettendo di trovarsi davanti una curva di raggio simile, non avremo da calcolare la frenata (visto che stiamo procedendo più piano rispetto alla nostra velocità di percorrenza normale) e ci accorgeremo "a sensazione" che potremmo percorrere la nuova curva a qualche km/h in più; così si accelera tornando ai nostri 40 km/h per arrivare alla successiva ed affrontarla senza l'uso dei freni.
Se l'istinto vi dice ancora di pinzare, vuol dire che dovete ripetere l'esercizio nuovamente, rallentando ed affrontando la curva successiva nuovamente ai 35 km/h.
Se invece i 40 km/h non vi hanno costretto a frenare vuol dire che avete migliorato il vostro ingresso in curva. Mantenete questa velocità per le prossime curve e per tutto il tempo necessario a sentirvi tranquilli e sciolti. Quando vi verrà naturale affrontare le curve ai 40 km/h senza pinzare, potete tentare di aumentare il ritmo di qualche km/h, magari ai 45.
Solito discorso: se riuscite a tenere i 45 avete migliorato ancora un po' il vostro ingresso, se no tornate ai vostri 40, rifate qualche curva e provate ad aumentare nuovamente la vostra velocità.
E procedete così, step by step, aumentando la vostra andatura di pochi chilometri orari in più ogni volta. Chiaro? Spero di si.
Più il percorso avrà curve di raggio simile e più sarà facile trovare il bandolo della matassa. In caso contrario, conviene affrontare più volte il medesimo percorso, avanti e indietro, cercando di capire la velocità giusta per ogni curva, guidando sempre per limitare l'uso del freno e quindi per aumentare progressivamente la velocità di percorrenza. Perché bisogna provare.... provare, provare provareprovareprovareare un po' di volte. Non pensiate che una sola giornata serva allo scopo. Procedete con calma e sicurezza, senza strafare.
Vi accorgerete ben presto che non avendo più le mutande appesantite dall'incontinenza causata dalla paura di staccare lunghissimo finendo nel fosso, affrontare le curve sarà un vero godimento e la velocità aumenterà quasi senza accorgersene. E di conseguenza l'inclinazione.

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L'INCLINAZIONE

A parità di curva e di traiettoria di percorrenza, l'aumento di velocità comporterà un aumento di inclinazione, un ingrediente fondamentale o, se preferite, un farmaco indispensabile per guarire da questa malattia. Logicamente andremo incontro ad un po' di resistenza da parte di noi stessi perché il senso dell'equilibrio ci potrebbe consigliare di scendere di sella e dedicarsi alle bocce o al burraco, ma se avrete pazienza di procedere con progressività, riuscirete ad aumentare il vostro angolo di piega senza grandi patemi d'animo.

Come accorgersi dell'aumento dell'inclinazione? Certamente non guardando l'asfalto accanto a voi ad ogni curva affrontata, abitudine che può solo provocare errori di traiettoria, ne fissando dei righelli alle ginocchia per vedere quanti centimetri mancano al fatidico contatto... Piuttosto è importante verificare il consumo del pneumatico posteriore, cioè verificare quanti millimetri mancano alla spalla della gomma, il famoso spazio di "chiusura". Si perché se ti chiedono "te hai chiuso la gomma?" non cercano di sapere se ogni sera smonti il pneumatico e lo blindi dentro ad un armadio, ma semplicemente se hai raggiunto un angolo di piega tale da utilizzare tutta l'impronta del pneumatico stesso. Meno superfice intonsa ci sarà e più avrete inclinato la moto.

E' vero che gli pneumatici non sono tutti uguali così come i modelli di motocicletta, ma se avete una sportiva od una moderna naked di qualsiasi cilindrata essa sia, il concetto è sempre valido (non l'ho specificato prima, ma questi suggerimenti non sono validi per costum, enduro e GT, moto che non si prestano alla guida ginocchio a terra, perlomeno per dei novelli smanettoni). E se non vi avventurate nelle pieghe perché vi sembra di avere una gomma troppo piccola montata sul vostro mezzo, magari un 125cc, niente paura: guardate questo video di come si piega un cibierrino 125, con tanto di pioggia e zavorrino al posteriore e vi renderete conto che le vostre paure sono mal riposte.

Quindi, se avete chiuso la gomma posteriore o vi mancano pochissimi millimetri al farlo o addirittura avete sentito che gli stivali o le pedane della vostra moto hanno strusciato sull'asfalto, siete prontissimi per grattare la saponetta. Rimane solo da curare la vostra postura.

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LA POSTURA

Spostarsi sulla sella della moto non è una cosa naturale per tutti, anzi. Molto spesso lasciare il centro della sella per sporgere il proprio sedere fuori può fare paura, almeno le prime volte. Ed è giusto che sia così. Ma se non si ha furia di strafare e si riesce a tenere a bada le velleità di guida stile MotoGP - sempre procedendo con progressività - riusciremo a muoverci correttamente trovando la migliore posizione di guida.

Quanto ci si deve sporgere? Partendo dal proprio sedere si può affermare che almeno una intera chiappa deve essere fuori dalla sella, naturalmente quella interna alla curva. Anche qui non basatevi sulla sensazione in marcia, ma fate qualche verifica da fermi, sentendo la seduta a chiappa in fuori, per valutare l'effettivo posizionamento del vostro sedere. Spesso si pensa di essere appesi ad un trapezio nel vuoto quando in realtà c'è giusto una fettina di mela che sporge.

Chiarita la questione chiappe, si passa al movimento del busto e quindi del corpo intero che deve traslare rimanendo però parallelo al mezzo. Guardate la foto del fermone in percorrenza di curva poco sopra: si apprezza la posizione perfetta del corpo, con il busto parallelo alla linea centrale della moto, con la testa che sporge al di fuori del cupolino.
Non assumete posizioni da contorsionisti con il sedere fuori e la testa sulla strumentazione o al contrario con il casco all'altezza dello specchietto e il sedere seduto comodamente sulla morbida pelle. Ci dobbiamo muovere in modo armonico, mantenendo la nostra colonna vertebrale dritta e parallela alla linea sella/serbatoio/perno del forcellone.
Le braccia non devono essere rigide e le spalle inteccherite, ma ci dobbiamo mantenere sciolti, controllando il mezzo e non tenendolo.
La gamba esterna alla curva deve mantenere il contatto con la moto, possibilmente appoggiandosi al fianchetto ed al serbatoio, così da garantire un ottimo controllo. Da evitare entrambe le gambe aperte stile rana, buone solo per far divertire gli spettatori casuali a bordo strada.

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Poi si arriva ai piedi... E qui il corretto posizionamento diventa fondamentale per riuscire ad esaudire il desiderio. Si perché la possibilità di allargare la gamba nel modo giusto dipende proprio dalla posizione che assumono i piedi sulle pedane. Per chiarirlo vi chiedo di fare un semplice esercizio.
Sedetevi su uno sgabello (va bene anche la seggiola naturalmente, ma lo sgabello fa più simulazione motociclistica) e tenete i piedi paralleli a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro. Allargate una gamba mantenendo sempre i piedi paralleli e piantati a terra. Vi accorgerete che la capacità di allargare il ginocchio è limitata. Bene. Se ruotate il piede sul tallone, spostando la punta verso l'esterno, la gamba si allargherà molto di più. Ma non è finita qui.
Ora provate ad alzare il tallone, tenendo a terra solo la punta del piede. Magicamente la gamba diventerà libera di allargarsi di parecchi centimetri ancora. Ecco la posizione corretta. Guardate la foto sopra di un altro fermone concentrandovi sul piede interno alla curva.
Sulla moto bisogna danzare in punta di piedi, tenendo la pedalina tra l'alluce ed il secondo dito, con il tallone che va a toccare il paratacchi. E tutto ciò va accompagnato da un corpo non afflosciato sulla sella, ma attivo, pronto cioè a spostarsi da una parte all'altra per affrontare la curva, in pieno controllo del mezzo.

CONCLUSIONI

Avete contratto questa terribile malattia?

Se avete una moto apposto, avete indossato le protezioni e volete guarire, non c'è cosa migliore che guidare il proprio mezzo divertendosi e cercando di migliorarsi. Come ogni attività inerente il motociclismo sarebbe preferibile partire da una bella giornata in pista, luogo in cui si hanno indubbi vantaggi in fatto di sicurezza. Non a caso la maggior parte dei motociclisti ha avuto la sua prima esperienza con il ginocchio a terra proprio in pista (come me del resto). Ed è quindi un esperienza che consiglio vivamente. Ancora meglio se ci fosse un istruttore a guidarvi in queste fasi iniziali.

Però, se proprio in pista non potete andare e dovete affidarvi al fai da te, è fondamentale percorrere delle strade conosciute, pulite, che offrano un ampia visuale sulle curve e che abbiano un nastro d'asfalto in ottime condizioni. Sconsiglio le esercitazioni fai da te in rotonda o le sparate a tutto gas nei tornanti ciechi di montagna, fonte solo di enormi rischi per noi e per gli altri utenti della strada.
Le grandi velocità meglio lasciarle ai piloti professionisti perché noi possiamo divertirci grattando la saponetta ad andature molto più normali ed entro i limiti del codice della strada.

Buon divertimento!

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Lo scrivente declina ogni responsabilità per eventuali danni o conseguenze derivanti da un utilizzo improprio dei suggerimenti sopra riportati.

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Re: Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda rallysta » giovedì 5 novembre 2015, 22:20

Mamma mia che articolo che hai scritto!
Grande Manetta!
:rallysta: Dove passo io... Non cresce più l'erba! :ossom:

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Re: Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda Bendo » venerdì 6 novembre 2015, 21:31

Grandissimo Dottore!!!! :daglienedipiu: :team:
"Piego, quindi sono."
(Joe Bar)
ImmagineBendo :bob: :bendo:
"Poche osservazioni e molto ragionamento conducono all'errore,
molte osservazioni e poco ragionamento conducono alla verità."
(Proverbio cinese)

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Re: Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda 2LE » domenica 8 novembre 2015, 23:11

non resta che tornare in sella e provare
aiutooooooo!!!!!!!!! frenaaaaaaaaaa!!!!!!!!!
Quando la merda avra' un valore i poveri nasceranno senza il culo
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Re: Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda Dr.Manetta » lunedì 9 novembre 2015, 10:21

Ho voluto mettere a disposizione dei più la mia smisurata saggezza ed elegante narrativa :rotfl:
Lo scrissi un po' di tempo fa, poi (non mi ricordo perché) non l'ho mia pubblicato. Ho ritrovato la bozza sul pc, così l'ho un po' ritoccata e caricata sul forum. Tanto per muovere un po' gli argomenti. ;)

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Re: Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda fast3r » sabato 9 febbraio 2019, 20:35

:coram te: :coram te: :coram te:

Appena ritrovato questo articolo.
SUPERBO! :daglienedipiu:
Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare... (Fabrizio De Andrè)

Nel frattempo in Irlanda... :senza_speranza:
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Re: Gratta la saponetta con il Dr.Manetta

Messaggioda ghisirds » giovedì 28 marzo 2019, 11:59

Ciao a tutti,
ecco alcune tecniche per come piegare in moto.
[link rimosso dall'amministratore]
Saluti a tutti.

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